Nel mondo dell’impresa, nei primi 100 giorni il nuovo amministratore ed il nuovo consiglio di amministrazione “segnano” il percorso; Fare non è una impresa ma potrebbe essere lo “strumento” per “scardinare il sistema” se riesce a darsi una fisionomia, che significa rispondere a 3 domande: (1) con quale posizionamento; (2) con quale programma; (3) con quale progetto.
Per professione, quindi per deformazione, siamo consulenti operativi: crediamo in programmi ed azioni concreti, fattibili, realizzabili; ci permettiamo di condividere con “chi deve decidere” i nostri pensieri: nessun impegno, per carità; sappiamo che la politica è arte del possibile, se solo sa essere arte.
Dove ci si posiziona? A nostro avviso, lontano da M5S, Lega, Berlusconi e d’Alema.
Con quale programma? In un Sodo caustico recentemente pubblicato sulla pagina facebook del comitato Alfare, abbiamo indicato “il paese che vorremmo, assai più magro di quello obeso che è”, e declinato i 10 punti principali e qualificanti, qui riassunti:
- Vorremmo un parlamento fatto di 85 deputati e 20 senatori: più nessuna commissione, tempi di esame e votazione rapidi, obbligo di presenza alle sedute parlamentari.
- Vorremmo che si scegliesse un sistema elettorale semplice, uno fra quelli che funzionano: il proporzionale alla tedesca con sbarramento al 5% e voto di sfiducia costruttivo; l’uninominale secco all’inglese; l’uninominale al doppio turno alla francese. Il resto è fumo negli occhi, chiacchiera per imbonire. L’importante è ridurre il numero dei parlamentari.
- Vorremmo che le partecipazioni bancarie possedute dalle fondazioni fossero restituite ai cittadini, attraverso un programma di vouchers (e che i cittadini ne facciano quello che vogliono: vendano, comprino, facciano l’OPA, intervengano in assemblea, finalmente!): che le fondazioni si occupassero di sussidiarietà sul territorio senza più legami con le banche.
- Vorremmo che i processi civili durassero meno; per farlo, sospenderei per 5 anni il secondo grado del processo civile, assegnando ai magistrati dell’appello lo smaltimento dell’arretrato, così in meno di 3 anni avremo giudizi che durano meno di 2 anni: meglio una sentenza rapida che una sentenza “giusta” dopo 10 anni.
- Vorremmo che si affrontasse con concretezza la crisi economica italiana: oggi, una crisi da carenza di domanda; e per far ripartire la domanda occorre ridurre l’IVA di 6 punti al 15% per 18 mesi per far ripartire l’economia, che significa consumi e produzione, e porta maggiori introiti da tasse.
- Vorremmo che per dare lavoro all’impresa, e far ripartire l’economia, si adottassero alcune misure temporanee che hanno dato risultato in altri contesti, come la creazione di “mini-jobs” e la loro esenzione da imposte sino a 500 euro mensili netti, e con imposte ridotte fra 500 euro e 1.000 euro mensili, il tutto valido per 3 anni. E per il disoccupato che non accetta il “mini-job”: perdita del sussidio di disoccupazione.
- Vorremmo che venissero eliminate le regioni e che le loro competenze venissero smagrite e ri-assegnate allo stato ed alle province, eliminando così un livello di governo inutile ed incapace.
- Vorremmo che si iniziasse a vendere il patrimonio pubblico inutilizzato ed il relativo incasso andasse a ridurre il debito pubblico.
- Vorremmo che si mettesse mano alla riduzione dei costi dello stato, iniziando dalla testa: via i dirigenti di primo e secondo livello, in tutta la PA centrale e periferica. Per un vero “spoil system”.
- Vorremmo che negli appalti delle opere pubbliche venisse vietato il sub-appalto: la misura più efficace contro l’invadenza della malavita nei gangli dell’amministrazione pubblica.
Con quale progetto? Per essere chiari: per fare la rivoluzione liberale occorre essere al governo, per andarci bisogna vincere le elezioni, per vincere le elezioni occorre fare alleanze (scelta obbligata, quando si parte da meno del 2%). Un progetto deve includere un chiaro posizionamento (e lo abbiamo proposto), un programma chiaro (e noi lo abbiamo proposto), un accordo con chi possa condividere almeno la parte qualificante del programma: dove trovare questi “compagni di strada” e di governo? Domanda facile: noi pensiamo fra le forze che a vario titolo si sono schierate, nel recente passato, con Scelta Civica e con chi a vario titolo avrebbe desiderato una “rivoluzione” nel PD e nel PdL e non lo ha trovato. Per trovarlo, non guasterebbe un “periodo penitenziale” per ritrovare la strada smarrita.