Quando si parla di privatizzazione subito il pensiero va alle società quotate a partecipazione pubblica (Enel, Eni, Terna, Finmeccanica) che tutte insieme rappresentano i “gioielli della corona” e quindi, in modo pavloviano, guai a chi pensasse ad una loro dismissione. Ma sono innumerevoli le società a partecipazione pubblica, centrale e periferica, che potrebbero essere rapidamente cedute senza lasciar fiato per un “giù le mani, queste sono strategiche”.
Partiamo per questo lungo ed interessante viaggio dal Piemonte e dall’esame, seppur sommario, di Finpiemonte Partecipazioni, nata dalla separazione fra le attività di finanziamento regionale (lasciate in Finpiemonte) e di partecipazione al capitale, messe in Finpiemonte Partecipazioni FP, società dotata di 76,5 milioni di capitale e con investimenti valutati 120 milioni, distribuiti su 35 partecipate: e subito capite che ci sono 35 consigli di amministrazione, anzi 36 contando la holding FP, con relativi consiglieri di nomina politica. Le società partecipate operano in settori “strategici” quali la ricezione turistica (5 società: Villa Melano posseduta al 41,19%, La Tuna al 56,02%, Agenzia di Pollenzo al 24,88%, Expo Piemonte al 39,89%, Monterosa ski al 37,28%; tutte insieme “valgono” 23,2 milioni di investimenti fatti), logistica (7 società: CIM al 30,06%, Consepi al 50,15%, Fondazione Slala al 15,22843%, Interporto Rivalta Scrivia al’1,6618%, Retroporto di Alessandria al 29,17%, Rivalta Terminal Europa al 5,84%, SITO al 52,7434%; tutte insieme “valgono” 45,2 milioni), finanza (2 società: Eurofidi al 17,75%, Fingranda 30,02%, che “valgono” 21,4 milioni), territorio (12 società di cui 5 in liquidazione: Città Studi Biella al 20,48%, Icarus al 20.4%, Montepo al 41%, Nordind al 26,3%, Saia al 28,5916%, Snos al 51%, Sviluppo Investimenti sul Territorio al 99,20668%, Torino Nuova Economia al 40%; tutte insieme “valgono” 32,3 milioni); energia ed ecologia (4 società: Ardea al 29,05%, Barricalla al 30%, SMC al 35%, Strambino solar al 40%; tutte insieme “valgono” 2,5 milioni).
Nel 2011 (ultimo dato disponibile sul sito di FP), i proventi ricevuti da tali partecipazioni furono di 2,716,000 euro, insufficienti a pagare le spese correnti (inclusi dipendenti ed affitto di sede prestigiosa, nella centrale Galleria San Federico).
Inutile ricordare l’appartenenza politica del Presidente (di stretta osservanza leghista, e consigliere Eni sempre in quota-Lega: sicuramente manager di valore). Con la legge d Bazzica, parliamo di 100 posizioni apicali destinate, ed occupate, da politici e persone che alla politica devono, e forse danno.
Per una regione in profonda crisi istituzionale e con un deficit sanitario “stellare” sommessamente consigliamo una drastica cura di dismissioni e dimissioni.
Una risposta su “Il grande campo da privatizzare.”
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