Il governino Letta annuncia nuove rivoluzioni nel campo del sostegno all’impresa, immaginando un ruolo di spicco per la CDP, già descritta come la nuova IRI: per cominciare, non vediamo un nuovo Beneduce.
Ci permettiamo alcune osservazioni: (a) che cosa privatizzare (il perché lo sappiamo bene); (b) che cosa fare per rendere effettivo ed effettuale un mercato dei “bond” e “mini-bond” societari; (c) quale ruolo giocare come “arbitro” e non giocatore nel risiko industriale.
In recenti Sodo caustico abbiamo descritto alcuni esempi di attività ed enti che rapidamente il governo potrebbe privatizzare, senza necessità di modifiche legislative: finanziarie regionali, ACI, Fintecna, … ; innumerevoli altri casi sono noti e meglio risponderebbero alla esigenza di ridurre la mano pubblica e riportare alla iniziativa privata (orientata al profitto della gestione) quanto lo stato non sa gestire. Il governino Letta si concentri su questo e non su improbabili “grandi privatizzazioni di stato”: questa “grande coalizione” (tragico ossimoro …) tanto non lo sa fare e se lo facesse, lo farebbe malamente (le esperienze Telecom ed Alitalia forse dovrebbero far riflettere: ma per riflettere, occorre “materia grigia” che latita assai).
Il governino Letta vagheggia di emissioni di “bond” e “mini-bond” da far sottoscrivere alla CDP sia in prima emissione (quando le società li emettono per la prima volta) che sul mercato secondario (quando le banche li sottoscrivono e poi li “girano” alla CDP). Non ci siamo per svariati motivi: (1) CDP già è azionista di peso di Fondo Italiano (12.5%) e non si vede perché debba aprire un nuovo fronte di impegno con una nuova iniziativa; (2) col decreto Sviluppo dell’estate 2012 il governino Monti aveva previsto i “bond” e “mini-bond” ma non ne aveva previsto una normativa che consentisse un mercato primario e secondario per gli investitori, che solo ora, dopo un anno, si stanno attrezzando: meglio sarebbe quindi che il governino Letta dedicasse quel poco di “materia grigia” non dissoltasi in questa torrida estate alla promozione dei fondi che investono in questi “bond” e “mini-bond” e che alcuni operatori finanziari stanno allestendo; e lasci la CDP fuori da un mercato che non le appartiene e per il quale non è naturalmente destinata; (3) le banche facciano le banche, se ne sono capaci, trovino nuovi capitali sul mercato e non scarichino su CDP i loro “misfatti” di modesti finanziatori; e se proprio lo ritengono, siano esse a sottoscrivere il capitale di tali fondi dedicati (ad onor del vero, BNPParibas/BNL ha manifestato tale intenzione); (4) per avviare la politica vagheggiata dal governino Letta, CDP dovrebbe raccogliere capitale o recuperare risorse: per farlo, dovrebbe chiedere alle fondazioni di metter mano ai loro portafogli (“ad impossibilia nemo tenetur” visto lo stato dei loro bilanci) o procedere alla vendita (totale o parziale) delle principali partecipazioni (Enel, Eni, Finmeccanica, Terna): vendere il buono per mettere il raccolto in un nuovo “carrozzone di stato”; e la domanda sorge spontanea: e chi gestirebbe questo amabile “carrozzone di stato”? evitiamo ulteriori commenti.
Fare l’arbitro: ecco quel che deve fare un buon governo; fissare poche regola a cui tutti, CDP banche fondazioni fondi di investimento et similia, si uniformano, senza eccezioni. Basta con i proclami di “interventismo”. I capitali di cui dispone CDP sono (a) capitali sottoscritti dalle fondazioni; (b) depositi dei correntisti postali che meritano adeguata considerazione e protezione. CDP “ha già dato” con i suoi investimenti in Fondo Strategico (100%, di cui 10% tramite Fintecna), Fondo Italiano (12.5%), F2i (15.99%): che ne facesse l’azionista con la dovuta attenzione: siamo sicuri che ne troverebbe ampie soddisfazioni, maggiori di quelle (ancora magre) a consuntivo.
Come leggete, non discettiamo di liberalismo vs/ socialismo; siamo ad uno stadio, come dire?, primordiale di buona amministrazione; assistiamo, ancora una volta, ad un evidente tentativo di una casta screditata di darsi ancora una volta la mano: quella della “manomorta”.