La libertà di stampa è sacra, come i suoi contributi. Lo stato aiuta la stampa nazionale in 2 modi diversi: con contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici; con applicazione dell’IVA al 4% sulle vendite.
Una breve ricerca evidenzia che nel 2012 i contributi diretti sono stati 114.926.794,61 euro, di cui 2.065.827,54 euro alla stampa periodica all’estero, 1.032.913,79 euro a giornali della minoranza slovena, 516.456,88 euro ai periodici delle associazioni dei consumatori. Per il 2013 (“Legge di Stabilità 2013” n. 228 del 24.12.2012) i contributi diretti sono previsti in 95.703.000 euro, mantenendosi 2.065..827,54 euro per la stampa estera, 1.032.913,79 euro per la stampa della minoranza slovena, 516.456,88 euro per le associazioni dei consumatori.
Accanto a tale contributo diretto, rilevante quello indiretto, rappresentato dalla applicazione dell’IVA al 4% sulle vendite di quotidiani; una stima (incompleta) porta a quantificare tale “beneficio” in 160 milioni per Corriere della Sera e Repubblica, 120 milioni per Gazzetta dello Sport, La Stampa, Messaggero, Resto del Carlino e collegati, 360 milioni per gli altri quotidiani ed oltre 400 milioni per altre pubblicazioni, per totali 1,560 milioni di euro, che sommati ai 95,7 milioni di contributi diretti fanno oltre 1,6 miliardi di euro. Tanti, anche se fossero la metà (e come contribuenti ne saremmo un pochino meno “alterati”, se così fosse).
Facile essere liberi con le tasche, se non piene, almeno mezze piene.
Una risposta su “Sodo caustico. Si vive anche di contributi, ma non scrivetelo sui vostri giornali.”
Magari fosse libera. Nonostante o forse a seguito di tutti questi contributi, la stampa italiana è tutt’altro che libera! sappiamo tutti quanto gli articoli siano pilotati, quanto i giornalisti siano al servizio di politici e quanto nei giornali di stia ben cauti a non inimicarsi nessuno con articoli scottanti. Per non parlare dell’inesustenza di un Editore puro! Non a caso nella classifica internazionale sulla libera stampa siamo in fondo solo prima di qualche paese africano.