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Sodo Caustico

Sodo caustico. L’ossimoro Ministero dello Sviluppo Economico.

Nome non fu meno azzeccato: dal 2007, anno di inizio della crisi, il MISE ha aperto 700 tavoli di confronto per crisi aziendali; l’attuale ministro ha dichiarato che sono aperti 151 dossiers di crisi aziendali presso il MISE, che coinvolgono 165.664 dipendenti; in 6 anni, oltre mezzo milione di posti di lavoro e 700 imprese sono state oggetto di incontri, negoziati, accordi, ristrutturazioni sotto la regia del MISE, a cui si aggiungono molti più tavoli che non hanno raggiunto la sede del ministero e che sono stati aperti, talora chiusi, a livello locale e privatistico.

Numeri raggelanti; troppe imprese hanno intrapreso un difficile percorso per dare continuità alla loro attività, talora di difficile soluzione (non tutte le imprese meritano di stare sul mercato: è la dura legge del mercato), talaltra possibile a prezzo di sacrifici per tutti i soggetti interessati: impresa, dipendenti, banche.

Molte le concause:

1. difficoltà, od incapacità, delle imprese di stare su mercati difficili, a maggiore competizione, in settori a volumi decrescenti;

2. insufficiente creazione di cassa, o disponibilità di capitale, per affrontare investimenti necessari per migliorare la propria posizione;

3. blocco del canale di finanziamento bancario;

4. inadeguatezza degli strumenti di sostegno alla riduzione dei posti di lavoro, anche temporanei: CIG e CIGS sono da riformare come forma di sussidi alla disoccupazione; il “focus” deve passare da salvare “quel posto di lavoro, quella impresa” a salvare “il lavoro”: quindi, politiche e strumenti che favoriscano il passaggio da imprese e tecnologie passate a quelle nuove, e le condizioni per una ri-occupazione migliore; attorno alla “vacca sacra” del salvataggio di posti di lavoro in imprese “decotte” si è sempre giocato sulla pelle dei lavoratori, ed è facile indicare il giocatore “forte”, un sindacato culturalmente impreparato e chiuso, e quello che ha fatto “sponda”, quel mondo imprenditoriale che dalla “vacca sacra” ha chiesto, ed ottenuto, interventi “statalisti”.

In questo contesto, spesso la crisi di impresa è stata risolta col ricorso al concordato preventivo, nella nuova novella in vigore dal settembre 2012, che ha avvicinato la situazione italiana a quella dei mercati capitalistici, ove “there is always a second chance”; e sarà bene che il paese, chi lo governa (e sindacati ed imprese ne fanno parte) l’afferri, questa “second chance”.

Molto ci sarebbe da aggiungere su “banche” e “sistema fiscale”: fra i prossimi appuntamenti.

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