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Liberiamo!

LIBERIAMO è andata dal NOTAIO!

Ecco i prodi che hanno fondato formalmente, ieri alle 19.30 circa, l’Associazione LIBERIAMO.

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Un flash sugli organi direttivi:

Banfi: Presidente
Torri: Vice Presidente
Monarca: Tesoriere
Puttini: Segretario
Italia, Maisetti, Marangoni, Menguzzo, Pasino, Rospetti, Zulli: Consiglieri

Seguiranno i comunicati di rito.

Lunga vita a Liberiamo ed ai suoi fondatori.

 

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Liberiamo!

#oltrelacrisi – IMPRESE E CAPITALI IN ITALIA

Cipolletta
De Nicola
Mion
Zingales

Il 5/12, a Vicenza,
al Teatro Comunale,
protagonisti di un nuovo convegno di
Liberiamo
organizzato in
collaborazione, sintonia e simbiosi con
Fareinformazione!

(Moderatore: Marino Smiderle)

Non diciamo altro.

Qui i particolari: Oltre la crisi

Qui la registrazione (obbligatoria) all’evento (gratuito): Registrazione

Ricordate: con Liberiamo e Fareinformazione si va oltre la crisi.

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Liberiamo!

Liberiamo la Sanità è martedì prossimo! 26/11

Ecco i dettagli: https://liberiamo.org/le-iniziative-di-liberiamo/

Vi aspettiamo!

La Redazione di Liberiamo.

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Sodo Caustico

Sodo caustico. La grande illusione delle privatizzazioni.

Il governo Letta ri-annuncia una stagione di privatizzazioni. Vorremmo essere certi di utilizzare ed intendere nello stesso modo il significato della parola, ma così non è. Il governo intende “vendere a privati delle partecipazioni in società di diritto privato”, alcune quotate, che già hanno azionisti privati e che operano in un mercato libero (come avviene per Enel, Finmeccanica, Eni, seppure con gradi diversi di apertura al libero mercato del mercato domestico). Noi intendiamo la vendita di società oggi interamente in mano pubblica, centrale o locale, che operano in regimi spesso di monopolio (raramente naturale, più spesso regolamentare). La vendita di partecipazioni direttamente detenute dal MEF sono: il 4,34% di Eni, il 31,24% di Enel, il 30,2% di Finmeccanica, l’80,1% di CDP (come noto, CDP non rientra nel perimetro statale ai fini del calcolo del debito pubblico). CDP possiede, a sua volta, il 25,76% di Eni, il 29,9% di Terna, il 30% di Snam, il 100% di Sace e Fintecna.

Nel periodo 2008-2012, Enel ha distribuito dividendi allo stato per 3,7 miliardi ed Eni per 5,9 miliardi; nel 2013, i dividendi incassati dallo stato da Enel ed Eni sono stati 610 milioni. In caso di vendita delle partecipazioni detenute da MEF in queste 2 società, il flusso di dividendi (abbastanza costanti) cesserebbe. Il governo si attende un incasso di 3 miliardi dalla vendita di un 3% di Eni. I conti sono presto fatti.

E’ evidente il vero intento del governo: fare cassa nel breve vendendo partecipazioni “appetibili” (ma perdendo il flusso di dividendi futuri) e rinviare “sine die” il taglio della “manomorta” statale e corporativa su oltre 19.000 società ed aziende pubbliche, centrali e locali, con oltre 50.000 consiglieri di amministrazione che vengono lautamente pagati dalle casse pubbliche, esauste. E’ da qui che si deve partire per snellire lo stato, dandosi regole semplici per la liberalizzazione dei mercati (prima) e la dismissione delle migliaia di società, aziende, enti pubblici (poi).

Siamo però assai pessimisti, non fosse altro per la improvvida sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato l’obbligo di privatizzare o sciogliere le società “strumentali” pubbliche: è caduta infatti sotto la mannaia della Consulta la norma del DL 95/2012 che prevedeva la privatizzazione o lo scioglimento delle società pubbliche “strumentali “ (che cioè non operano in regime di concorrenza) il cui fatturato fosse per più del 90% derivante da contratti con la PA. Basta tagli, in un paese alla “canna del gas”:  l’obiettivo di tagliare la spesa viene “immolato” sull’altare dei sacri diritti di regioni, province, comuni che potranno bellamente continuare ad essere azionisti, clienti, beneficiari dei servizi di società strumentali che non si confrontano, né mai vorranno farlo, col mercato.

Lasciamo ai lettori la valutazione dell’approccio e della filosofia del governo Letta. Da parte nostra, “pollice verso”.

 

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Sodo Caustico

Sodo caustico. Asti come Vizille.

Il 21 luglio 1787 a Vizille, piccolo centro vicino a Grenoble, si ebbe la prima espressione di aperto dissenso alla monarchia francese; la piccola Asti potrebbe ripeterne le gesta con la “battaglia dei passi carrai” che vede schierati cittadini, forze economiche e sociali su un unico fronte contro una misura denunciata come vessatoria: la Cosap, la tassa sui passi carrai della intera provincia che ricorda lo stato di vassallaggio del cittadino nei confronti dell’autorità. La misura è stata adottata dal Commissario straordinario che sostituisce il Presidente della Provincia, dimessosi con la giunta. La “gabella” incide su tutti gli accessi da proprietà private (inclusi i campi che sono molti, in una provincia dedicata all’agricoltura) alla sede stradale provinciale, con tariffe che vanno dai 13,16 euro a metro quadro (applicati con diversi coefficienti); secondo il Commissario e gli uffici provinciali, il proprietario deve istruire apposita pratica (costo 10 euro) ed essere inoltre in possesso di autorizzazione imposta dal Codice della Strada, pena una sanzione a meno che non presenti apposita dichiarazione entro il 16 dicembre. La tassa è dovuta da quanti abbiano rampe di accesso con tubi posati nel fosso e coperti da terra, così ulteriormente distinguendo fra “possidenti di serie A e di serie B”. Con questa misura, si attende un incasso di 800.000 euro che – ironia della sorte, sempre avversa e ria – andrebbero per la manutenzione delle strade e delle scuole. “Il mio regno per un accesso carraio” risuonerà presto nell’astigiano?

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Sodo Caustico

Sodo caustico. Uomini e carbone.

Il 23 giugno 1946 il governo De Gasperi firmò un Accordo con il governo belga: uomini contro carbone; l’Italia otteneva carbone a prezzi vantaggiosi in cambio di braccia italiane per le miniere belga (50.000 uomini, secondo l’accordo, che divennero 140.000 nel periodo 1946-1957).
Questa era la situazione dell’Italia dopo la II guerra mondiale: un paria al cospetto dell’Europa, un paese povero di materie prime e ricco di braccia inutilizzate, sorretto solo da fede (nel domani, civile), speranza, visione.
Non vorremmo, ma temiamo il contrario, che la storia si ripetesse: un paese che troppo rapidamente ha percorso la strada del successo ed ancor troppo precipitosamente scivola verso l’insuccesso. Mancano uomini alla De Gasperi (consigliata la lettura di “De Gasperi. Ritratto di uno statista” biografia scritta dalla figlia Maria Romana, Mondadori, ed. 2004), abbondano figuri manco buoni per le miniere; le condizioni materiali sono diverse, ma latita lo spirito, quello che nei giorni difficili fa fare cose stupende con la forza e la voglia della rivincita, a tutti i costi.

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Sodo Caustico

Sodo caustico. Perché diciamo no al salvataggio Alitalia.

Un breve commento a “Se c’è un’alternativa batta un colpo” di Gianni Dragoni a pg 1 del Sole di oggi. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-15/bruxelles-boccia-legge-stabilita-italia-rischio-sforamento-deficit-112803.shtml?uuid=ABXJvMd

Una qualsiasi ipotesi non potrà realzzarsi se non si realizzano 3 condizioni:

1. il numero dei dipendenti di Alitalia deve essere comparabile (quindi, inferiore, allo stato attuale) con quello degli altri vettori di riferimento (AirFrance/Klm, BA, Lufthansa, Turkish);

2. il costo-azienda dei dipendenti Alitalia ed il loro tasso di produttività devono essere altrettanto comparabili con quelli dei concorrenti;

3. i dipendenti Alitalia mettano mano alle loro tasche e convertano il TFR in azioni di Alitalia: se non ci credono loro, perchè mai dovrei crederci io, come cittadino e contribuente?

Al realizzarsi di tali condizioni, forse qualche “cavaliere bianco” apparirà all’orizzonte; il primo ad accorrere potrebbe essere il gestore dell’hub romano, che certo ha molto interesse a vederlo pieno e ben funzionante (visti anche gli investimenti previsti).

Confidando che il postino continui a fare il postino.

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Liberiamo!

Si costituisce l’ASSOCIAZIONE Liberiamo!

Sino ad oggi LIBERIAMO è stato un gruppo, un bellissimo gruppo ma un gruppo, di volonterosi assetati di conoscenza e disposti a farsi in quattro per condividerla.

Soldi, tempo, fantasia, impegno sono stati profusi senza troppe preoccupazioni e timori.

Con le ultime iniziative ci siamo accorti che è necessaria un’organizzazione più solida soprattutto per entrare in relazione con Enti pubblici, altre Associazioni, aziende e professionisti nel pieno rispetto di tutte le normative civilistiche e fiscali.

Chi predica serietà deve dimostrarla e chi offre entusiasmo deve dare a chi è interessato dei nomi, cognomi ed indirizzi di riferimento, volti responsabili per fare salire a bordo altri come noi.

Abbiamo preparato una bozza di Statuto, la stiamo terminando e nel più breve tempo possibile andremo da un notaio per registrarci, procedere con la prima assemblea, nominare i nostri rappresentanti e continuare più decisi che mai.

Con il sorriso sulle labbra a parlare di cose serissime e leggere.

Cominciate a venire a vedere LIBERIAMO LA SANITA’, intanto.

E se avete letto fino a qui sappiate che abbiamo al caldo (annuncio nei prossimi giorni) un evento realmente clamoroso, di rilevanza nazionale….. al sapor di baccalà. Capirete poi il riferimento.

La Redazione di Liberiamo.

Se qualcuno di voi fosse interessato ad aderire all’Associazione può inserire i suoi dati generici qui sotto e sarà richiamato non appena sarà stata costituita per perfezionare l’adesione.

 

 

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Liberiamo!

Liberiamo la Sanità! sta suscitando molto interesse.

Le Iniziative di Liberiamo!

Vi invitiamo al TERZO INCONTRO del CICLO intorno alle LIBERTÀ NEGATE,

LIBERIAMO LA SANITA’

con Gino Gumirato

Direttore Amministrativo della ASL di Modena durante il terremoto in Emilia,
Direttore Generale delle ASL di Cagliari, Roma E, Mirano (attuale incarico)
Consulente di Barack Obama per la storica riforma della Sanità negli Usa,

che ci guiderà in un appassionato viaggio tra:

U.S.A: la Riforma Sanitaria di Obama.
Falsi miti e prospettive del mercato sanitario negli Stati Uniti
ITALIA: Modena
Ristrutturare le aziende sanitarie con PIL e costi decrescenti
La Sanità del FUTURO.
Suggestioni sulle sanità pubbliche e private (N.d.R. il plurale non è un errore!)

e poi risponderà agli interventi ed alle domande del pubblico.

Sala Riunioni della Provincia di Milano, Palazzo Isimbardi
Ingresso da Corso Monforte 35, 20122 MILANO
Martedi’ 26/Nov/2013 ore 21.00

Scarica qui il volantino dell’evento: LIBERIAMO la SANITA’

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Liberiamo!

Europa e noi su temi importanti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il link ad un interessante convegno su argomenti d’attualità a noi cari:

http://lombardia.fermareildeclino.it/evento/come-rapportarci-alleuropa-economia-moneta-e-giustizia-le-sfide-aperte

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Sodo Caustico

Sodo caustico. Camera e Senato spendaccioni gemelli.

 

Dopo una progressione esponenziale dei costi passati da 755 milioni del 2001 ai 993 milioni nel 2010 (+ 31%), nel 2013 la Camera dei Deputati spenderà 1.054 milioni: il 74% se ne va per stipendi di deputati e dipendenti e per le loro pensioni (770 milioni); 1.490 dipendenti, protetti da 11 sigle sindacali, assorbono 270 milioni di retribuzioni, con una media di 181.000 euro a dipendente: carriere sicure con progressioni automatiche; un segretario parte da 34.000 euro per finire a 156.000 euro a fine carriera; un operaio parte da 30.000 euro ed arriva a 136.000 euro; un consigliere (altro tipo di lavoro manuale) inizia con 64.000 euro e finirà a 358.000 euro. La manna continuerà anche quando essi saranno in pensione: la spesa per erogazioni pensionistiche è di 227 milioni l’anno.

La situazione è simile al Senato: 505 milioni di costi annui, e la metà (246 milioni) se ne va per stipendi e pensioni.

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Sodo Caustico

Sodo caustico. L’insostenibile incapacità del governo: i bonus-energia.

 

Il DDL sullo sviluppo collegato alla Legge di Stabilità è fermo ai box per manifesta incapacità governativa: il lungo “lavorio” del MISE per introdurre il taglio di 2-3 miliardi di euro degli oneri sulla bolletta elettrica per imprese e famiglie non ha portato effetto. I sussidi per le energie rinnovabili valgono fra i 10 ed 1 12 miliardi annui, oltre il 10% del valore totale delle bollette pagate dagli utenti; intento del MISE era tagliare di 2-3 miliardi questo costo, che si sarebbe tradotto in un “raffreddamento” del 2% dei costi finali dell’energia. Questo punto era il “pilastro” di tutta la manovra prevista dal MISE. Sul come, il MISE ha compiuto un errore imperdonabile, con  la proposta della cartolarizzazione degli incentivi verdi attraverso la emissione di “bond” (obbligazioni) emesse dal Gestore unico per i Servizi Energetici (GSE) cui spetta il coordinamento dei sussidi in questione. Una misura nel tipico stile di italica “finanza creativa” che si scontra con una serie di ragioni.

Non si comprende il perché della emissione di questi “bond” da parte di un organo assimilabile ad una “agenzia” come il GSE, privo dei requisiti patrimoniali e funzionali per sostenerne l’emissione: il GSE on eroga i sussidi “motu proprio” ma su specifico “input” governativo; non ha autonomia finanziaria; non ha attività che possano garantire il rimborso dei “bond”; non ha futuri diritti, quindi attività in bilancio, che possano giustificare l’operazione in esame.

L’emissione di “bond” da parte del GSE verrebbe considerata, ed a ragione, maggior debito dello stato, come censito e rilevato da Eurostat. La cosa non ha bisogno di ulteriori commenti.

Infine, in caso di realizzazione del bonus-energia, si aprirebbe la discussione sui destinatari di tale bonus (imprese, famiglie) e modalità di ristorno; tema che sarebbe stato bene affrontare prima, evitando di dichiarare “urbi et orbi” il proprio dilettantismo ministeriale.

Riteniamo opportuno che ministro e MISE si guardino allo specchio: anche essi ne trarrebbero motivo di ilarità incontrollabile.

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Liberiamo!

LIBERIAMO LA SANITA’ – NUOVO APPUNTAMENTO

Vi invitiamo al TERZO INCONTRO del CICLO intorno alle LIBERTÀ NEGATE,

LIBERIAMO LA SANITA’

con
Gino Gumirato
Direttore Amministrativo della ASL di Modena durante il terremoto in Emilia, Direttore Generale delle ASL di Cagliari, Roma E, Mirano (attuale incarico)
Consulente di Barack Obama per la storica riforma della Sanità negli Usa,

che ci guiderà in un appassionato viaggio tra:

U.S.A: la Riforma Sanitaria di Obama.
Falsi miti e prospettive del mercato sanitario negli Stati Uniti
ITALIA: Modena
Ristrutturare le aziende sanitarie con PIL e costi decrescenti
La Sanità del FUTURO.
Suggestioni sulle sanità pubbliche e private (N.d.R. il plurale non è un errore!)

e poi risponderà agli interventi ed alle domande del pubblico.

Sala Riunioni della Provincia di Milano, Palazzo Isimbardi
Ingresso da Corso Monforte 35, 20122 MILANO
Martedi’ 26/Nov/2013 ore 21.00

Scarica qui il volantino dell’evento: LIBERIAMO LA SANITA’

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Liberiamo!

Europeisti a parole, pressapochisti nei fatti

L’Italia continua a distinguersi nella violazione del diritto comunitario a conferma che al di là della retorica europeista (l’ultima è quella del cosiddetto minuscolo “partito federalista europeo”) il Paese va avanti per la sua strada, in materia ambientale in particolare.

La legislazione europea – senz’altro più semplice di quella nazionale – è stata elaborata con il contributo attivo delle strutture teciche e politiche nazionali (Rappresentanza permanente, Ministeri competenti per settore). Quando poi si passa alla fase attuativa, riemerge l’aggiustarsi nazionale, il prevalere del “particulare”, il primato dell’interesse specifico, la visione di breve durata.

Per esempio, il grande disastro ambientale noto come “la terra dei fuochi” in Campania (la spazzatura che viene bruciata producendo diossina, mentre nel contempo inquina le falde) è anche una violazione del diritto europeo.

Il punto è che il Paese non è governato.